Che impatti avrà l’emergenza sanitaria sulla scelta dei mezzi di trasporto da parte degli utenti e come cambieranno i flussi di mobilità all’interno delle aree urbane?
Il mercato auto ai tempi del Covid-19
Sebbene, secondo i dati dell’Osservatorio Smart & Connected Car, nel 2019 il mercato delle auto connesse abbia registrato un buon tasso di crescita (+14%) rispetto al 2018, arrivando a toccare quota 1,2 miliardi di euro, ci aspettiamo numeri di gran lunga inferiori nel corso del 2020, dovuti principalmente all’emergenza sanitaria che stiamo vivendo. In Italia, le prime stime evidenziano numeri drammatici e posizionano il mese di aprile come il peggiore nella storia del mercato auto: le immatricolazioni sono precipitate del 97,5%, dato ancora più negativo rispetto al -85,4% registrato nel mese di marzo.
Ma non tutto è perduto: quando l’emergenza medica sarà rientrata, l’auto personale sarà – insieme a moto e scooter – uno dei pochi mezzi di trasporto in grado di assicurare distanziamento sociale e isolamento, proponendosi come la soluzione più sicura per viaggiare dentro e fuori le nostre città, evitando così treni affollati e mezzi pubblici.
Secondo una recente indagine di Ipsos, infatti, in Cina l’utilizzo dell’auto privata è passato dal 34% (dato raccolto prima dell’esplosione della pandemia) al 66% (dato raccolto nei giorni successivi alla fine della quarantena), mentre quello dei mezzi di trasporto pubblico, quali autobus e tram, è crollato dal 56% al 24%. Stesso trend per quanto riguarda i taxi, il cui tasso di utilizzo passa dal 21% al 15%.
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Verso una Mobilità sempre più sostenibile?
Se da un lato questo spostamento verso la mobilità privata si tradurrà in un incremento delle emissioni inquinanti e del traffico, dall’altro porterà a nuove accelerazioni sul fronte della sensibilità dell’utente verso le tematiche ambientali.
La crescita dell’auto elettrica
Ne è un esempio ciò che sta avvenendo sul fronte dell’auto elettrica: a marzo in Cina, non appena la situazione è tornata a una parvenza di normalità, le vendite di auto elettriche sono ripartite con numeri doppi rispetto al mese precedente, registrando un volume complessivo di 47.000 unità vendute (fonte: China Passenger Car Association, 2020). In Europa, nel primo trimestre del 2020 le auto elettriche hanno raggiunto quota 6,8% rispetto al volume complessivo di auto vendute, in crescita del +110% rispetto allo stesso periodo del 2019 (Fonte: ACEA European Automobile Manufacturers’ Association, 2020).
L’alternativa bike sharing
Oppure si pensi ai servizi di mobilità condivisa: almeno in una prima fase, non sarà facile per gli utenti utilizzare auto, biciclette, monopattini e scooter usati in precedenza da altre persone, ma al tempo stesso questi servizi, se adeguatamente sanificati, possono costituire un’ottima alternativa al trasporto pubblico, soprattutto per chi non dispone di un’auto di proprietà.
E i numeri a supporto di questa tesi parlano chiaro: a New York i 06.2., il servizio di bike sharing della metropoli americana, sono cresciuti del 67% nei primi giorni di marzo, in piena emergenza sanitaria.
A Chicago, l’uso del servizio è raddoppiato rispetto agli stessi mesi del 2019. In Cina nelle prime due settimane di marzo Mobike ha registrato un incremento della domanda del 90% rispetto alle due settimane precedenti ed Hellobike a fine febbraio del 140% in più rispetto all’inizio del mese.
Le tecnologie digitali per innovare la Mobilità
In tutto ciò, le tecnologie digitali a supporto della gestione della mobilità assumono un ruolo ancora più rilevante rispetto al passato. È il caso ad esempio delle telecamere smart o dei sensori pedonali per il monitoraggio in tempo reale dei flussi di mobilità, in grado di segnalare potenziali situazioni di assembramento. Oppure delle soluzioni per il controllo accessi agli ingressi delle stazioni dei treni e delle metropolitane.
Le iniziative in Italia
E sono tante le iniziative che, anche nel nostro Paese, vengono portate avanti con queste finalità. Anzi, molto spesso questa fase di emergenza ha spinto numerosi attori, pubblici o privati, a investire in queste tecnologie. Un esempio è quello della collaborazione tra l’Agenzia per l’Italia Digitale e il Ministero dello Sviluppo Economico, che hanno messo sul piatto 20 milioni di euro per sviluppare nuove soluzioni destinate alla mobilità e legate alla logistica di ultimo miglio.
Oppure è il caso di Anas, che si prepara – grazie a un investimento previsto di 1 miliardo di euro – a trasformare 3.000 km di strade italiane in Smart Road entro il 2030, con l’obiettivo di consentire ai veicoli che percorrono le autostrade italiane di dialogare tra loro e con le infrastrutture stradali. Oppure ancora si pensi agli incentivi messi in campo dal Governo, legati ai bonus per l’acquisto di biciclette, e servizi di sharing e l’assunzione di nuove figure – i cosiddetti “mobility manager” – responsabili della gestione della nuova mobilità. Per ripartire saranno poi necessari, almeno nel breve termine, ulteriori investimenti pubblici, ad esempio tramite misure volte a fornire forti incentivi alla rottamazione delle vecchie auto o che prevedano un ampliamento e un rafforzamento degli attuali ecobonus.
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